Inizio contenuto principale del sito

  • Istituto di Scienze della Vita

“Cambiamento climatico e pandemie, modificare strategia prima che sia troppo tardi”: Roberto Buizza, fisico all’Istituto di Scienze della Vita del Sant’Anna, tra i firmatari di un documento sul “Recovery Fund” rivolto ai rappresentanti istituzionali

Data pubblicazione: 16.02.2021
Image for lettera_buizza.jpg
Back to Sant'Anna Magazine

“Cambiamento climatico e pandemie: è necessario modificare la strategia prima che sia troppo tardi! Le proposte per il ‘Recovery Plan’ da parte di un gruppo di esperti in Ambiente e Salute” è il documento promosso e sottoscritto da un gruppo di docenti universitari e professionisti impegnati in qualificate istituzioni europee. Il documento è stato indirizzato ai rappresentanti di tutte le istituzioni regionali e nazionali e, tra i firmatari, figura Roberto Buizza, fisico all’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant'Anna e coordinatore dell’iniziativa federata con Scuola Normale Superiore e Scuola Iuss Pavia sulla climatologia.

“Tutti gli organismi scientifici nazionali e internazionali - sottolineano i firmatari - sono concordi nel ritenere che i mutamenti climatici conseguenti al riscaldamento terrestre rappresentano la più grande minaccia per la salute dell’uomo. Questi mutamenti, infatti, sono responsabili di numerosi effetti avversi quali la perdita della biodiversità, l’estinzione di specie animali e vegetali, la desertificazione, la diminuzione delle riserve idriche, l’erosione del suolo, la genesi di eventi meteorologici estremi, l’aumento delle resistenze batteriche e la diffusione di epidemie”.

Secondo i promotori di questo documento è necessario “disaccoppiare la crescita economica dalla crescita delle emissioni di gas serra e dei gas inquinanti. Questo è l’unico modo per garantire crescita e salute. Occorre dar vita a un cambiamento radicale dell’attuale modello di sviluppo fondato sul progressivo depauperamento delle risorse naturali e sulla sistematica aggressione agli ecosistemi. De-carbonizzazione vuol dire crescita economica, lavoro, e salute. In questo drammatico contesto è indispensabile che gli investimenti previsti dal ‘Recovery Plan’ siano indirizzati in via prioritaria verso la tutela dell’ambiente e della biodiversità in ossequio all’approccio sistemico denominato ‘One Health’. 

Secondo tale approccio la salute riguarda la vita in tutti i suoi aspetti, e pertanto i diversi settori dell’organizzazione sociale (economia, commercio, trasporti, urbanistica, agricoltura, lavoro, istruzione, salute, ecc.) devono integrarsi e cooperare per il raggiungimento di obiettivi comuni e condivisi. “Il ‘Recovery Plan’ – affermano gli esperti – rappresenta un’occasione irripetibile per delineare il tipo di società che si vuole lasciare alle prossime generazioni e per fissare alcune fasi salienti di questo percorso di riconversione ecologica delle attività umane”.

La lettera è disponibile in allegato e, in calce, ne sono indicati i firmatari.