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  • Istituto di Scienze della Vita

Cambiamento climatico “senza precedenti”, dal rapporto IPCC AR6-SPM “codice rosso per l’umanità”: intervento di Roberto Buizza, docente di fisica dell’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Sant’Anna

Data pubblicazione: 04.09.2021
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All’indomani della pubblicazione, avvenuta nei primi giorni di agosto 2021, del “Summary for Policy Makers” (SPM), prima parte della sesta serie dei rapporti di “Intergovernmental Panel on Climate Change” (IPCC AR6), Roberto Buizza, docente di Fisica dell’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna, interviene segnalando il “codice rosso per l’umanità”, in relazione al cambiamento climatico. Il rapporto completo AR6, che include contributi dai vari gruppi di lavoro, sarà completato nel 2022, riassumendo le conclusioni del primo gruppo di lavoro e fornendo un riassunto dello stato della conoscenza, contributo fondamentale, ad esempio, per i lavori della “26th Conference of the Parties” (COP26) che si terrà a Glasgow a novembre 2021. 

 

di Roberto Buizza 

“SPM conferma che molti dei cambiamenti osservati sono senza precedenti, e non sono mai stati osservati non solo nelle ultime migliaia di anni, ma neanche nelle ultime centinaia di migliaia di anni. Alcuni di questi cambiamenti, purtroppo, continueranno ad influenzare il clima per i prossimi centinaia e migliaia di anni. Tuttavia, è possibile limitare il riscaldamento, ed i suoi impatti, se si implementano azioni immediati e concrete di riduzione delle emissioni di CO2 e degli altri gas serra (ad esempio, il metano, CH4). Ma attenzione: anche se tali azioni produrranno una riduzione immediata dell’inquinamento, ci vorranno 20-30 anni prima che possano avere un impatto sostanziale sulla temperatura. 

Il rapporto fornisce nuove stime sulla probabilità che si superi il livello di riscaldamento di 1.5°C, definito come un limite da rispettare a Parigi nel 2015. Conferma che, a meno che non si introducano riduzioni immediate, sostanziali e a grande scala delle emissioni di gas serra, non sarà possibile limitare il riscaldamento entro i 2°C (vedi figura). Ribadisce che le emissioni di gas serra dalle attività umane sono responsabili del riscaldamento osservato, e riporta che la temperatura media globale potrà subire un innalzamento tra 2°C e 5°C, a meno di sostanziali riduzioni delle emissioni.  

Queste conclusioni non sono nuove: confermano i risultati pubblicati nel 5° rapporto (AR5), e già riportati nei rapporti precedenti. Di nuovo c’è il fatto che AR6 include 7 ulteriori anni di osservazioni (AR5 era stato pubblicato nel 2014), contiene proiezioni generate utilizzando modelli più realistici e ad alta risoluzione, utilizza nuove tecniche per assimilare osservazioni e per giudicare la qualità dei modelli del sistema Terra. Inoltre, il rapporto include risultati ottenuti combinando proiezioni generate con diversi modelli, tenendo in considerazione le loro capacità di simulare il riscaldamento osservato.  

SPM riporta che:

  • Il cambiamento climatico (CC) sta intensificando il ciclo dell’acqua: questo causa precipitazioni più intense che possono causare alluvioni o periodi di siccità sempre più intensi e frequenti (esempi sono le alluvioni che hanno colpito l’Europa centrale a luglio 2021; o gli incendi legati ad ondate di calore e siccità che hanno colpito molti Paesi nelle ultime settimane);
  • Il CC sta cambiando le caratteristiche delle precipitazioni: alle alte latitudini, le proiezioni dicono che le precipitazioni aumenteranno, mentre ai tropici e nella regione Mediterranea diminuiranno;
  • L’innalzamento del livello del mare legato al CC è accelerato nell’ultima decade: eventi estremi che venivano osservati una volta ogni 100 anni, verso la fine del secolo potrebbero accadere ogni anno; 
  • Il riscaldamento accelererà lo scongelamento del permafrost, causerà una riduzione delle nevicate stagionali, lo scioglimento dei ghiacciai e lo scioglimento dei ghiacci dell’Artico (che potrebbe sciogliersi completamente d’estate prima del 2100);
  • Il CC continua ad indurre cambiamenti dello stato dell’oceano (ad esempio un aumento dell’ acidificazione ed una riduzione dei livelli di ossigeno), con conseguente impatto sugli ecosistemi;
  • Nelle città, alcuni aspetti legati al CC saranno amplificati, tra cui il riscaldamento (a causa delle isole di calore associate all’urbanizzazione), ed alluvioni legate ad eventi estremi di precipitazione, o per le città costiere l’innalzamento del livello del mare.

SPM solleva due ulteriori punti sostanziali. 

Prima di tutto, riporta che c’è sempre più evidenza che la capacità della terra e dell’oceano di assorbire la CO2 diminuisce al crescere della concentrazione di CO2 in atmosfera. Questo implica che il riscaldamento potrebbe accelerare ulteriormente nel futuro. La stessa conclusione era stata riportata durante la conferenza pre-COP26 “Climate Exp0”, che si era tenuta a maggio 2021.

In secondo luogo, parla di un legame quasi-lineare tra le emissioni di CO2 ed il riscaldamento: questo legame implica che ogni 1,000 GtCO2 di emissioni cumulative (109 tonnellate di CO2; come valore di riferimento, nel 2020 l’uomo ha emesso ~ 30 Gt di CO2 in atmosfera) causa un riscaldamento di circa 0.45∞C. Possiamo utilizzare questa relazione per stimare cosa fare per limitare il riscaldamento: se vogliamo contenere il riscaldamento medio globale  al di sotto di 2∞C, possiamo emettere in atmosfera solo ulteriori 1,800 GtCO2. Nel 2020, abbiamo emesso ~45 GtCO2-equivalent di gas serra (~30 Gt di CO2, e ~15 di CH4 ed altri gas serra), ed il riscaldamento globale medio era di circa 1.2∞C, rispetto al livello pre-industriale (media tra 1850-1900). L’emissione di ulteriori 670 GtCO2 (che potrebbe avvenire entro il 2034) ci porterebbe al di sopra di 1.5∞C; e l’emissione di ulteriori 1,800 GtCO2 causerebbe un riscaldamento ulteriore di circa 0.9∞C, che ci porterebbe oltre i 2∞C.

Il rapporto è fattuale: riassume le evidenze scientifiche sullo stato del clima, e discute su come evolverà. Afferma che le azioni umane determineranno l’evoluzione del clima futuro nei prossimi decenni. Dice che azioni immediate di riduzioni sostanziali delle emissioni di gas serra sono necessarie per ridurre il riscaldamento. Il rapporto va considerato un ‘allarme rosso’, una sveglia, una chiamata all’azione se si vogliono evitare impatti ancora più catastrofici di quelli che già stiamo vivendo".

 

Ulteriori informazioni si trovano ai seguenti link: